La storia del Coordinamento Nazionale Beni Culturali
della Federazione CONFSAL-UNSA
L' attuale Coordinamento Nazionale Beni Culturali, discende dallo storico Sindacato S.N.A.B.C.A. (Sindacato Nazionale Autonomo Beni Culturali e Ambientali), che, a sua volta, nasce ufficialmente il 3 novembre 1978, per iniziativa di alcuni dipendenti dell’ allora Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, con sede in Roma, Largo dei Lombardi n. 21, presso la sede dell' allora Federstatali UNSA.
Il sindacato S.N.A.B.C.A. si propone si dall’ inizio di aderire all’ U.N.S.A. ( Unione Nazionale Sindacati Autonomi) e la rappresentanza viene provvisoriamente affidata agli otto promotori dell’ iniziativa. Il Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, con circolare n. 22/79 del 23 febbraio 1979, a firma del Sottosegretario di Stato, prende atto della costituzione del Sindacato Autonomo SNABCA e informa i Direttori Generali degli Uffici Centrali e Periferici del Ministero.
Tale iniziativa provoca accese contestazioni da parte dei già costituiti e ben consolidati Sindacati Confederali CGIL, CISL e UIL i quali, di fronte a questa insolita prassi, contestarono la diffusione da parte del Ministero della circolare in discorso.
Giova contestualizzare il tutto nel periodo storico particolarmente delicato poiché stiamo parlando della seconda metà degli ani ’70, ovvero dei cosiddetti “anni di piombo”, durante i quali il dibattito politico-sindacale era particolarmente aspro e spesso anche violento.
La nascita di un sindacato di categoria, che si riprometteva di essere una forza nuova e dirompente, non era quindi ben vista ben vista dal potere politico-sindacale e burocratico-amministrativo.
Nonostante tutto, la nascita del Sindacato UNSA-SNABCA viene ben accolta da molti dipendenti del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali e, in tempi alquanto brevi, inizia a crescere nel numero di adesioni, la maggior parte delle quali provengono proprio da dipendenti del Ministero precedentemente iscritti ai sindacati confederali e scontenti dell’ operato di queste Organizzazioni Sindacali.
Inizialmente il nucleo di aggregazione al sindacato era formato in prevalenza da appartenenti al ruolo dei Custodi e Guardie Notturne che provenivano a loro volta dalla Direzione Generale Antichità e Belle Arti del Ministero della Pubblica Istruzione. Questi colleghi, portandosi dietro i loro vecchi mansionari, si trovarono inizialmente ad operare in ruoli di specificità diverse da quelle di loro provenienza.
A seguito di ciò, iniziarono alcune lotte sindacali per superare proprio l’ accesso ai nuovi mansionari del neo costituito Ministero per i Beni Culturali e Ambientali che, come sappiamo, nasce nel 1975 su iniziativa del Senatore Giovanni Spadolini. Infatti, si cercò di risolvere l’ annoso problema dei custodi portieri ( poco tutelati e mal retribuiti) ed elevare il titolo di studio per l’ ammissione al concorso per Custode e guardia notturna, rivendendone ovviamente l’ aspetto salariale, differenziato per i servizi espletati.
Non pochi erano infatti i problemi da risolvere e non solo per i Custodi poiché il Ministero era sorto sulla provenienza di varie figure professionali di altre amministrazioni dello Stato quali, per il settore Archivi, il Ministero degli Interni, per il settore bibliografico, l’ Ente Nazionale Biblioteche Popolari e Ministero della Pubblica Istruzione nonché , per quanto riguarda i musei e aree archeologiche, sempre dalla Pubblica Istruzione, per la precisione dalla summenzionata Direzione Generale Antichità e Belle Arti.
Successivamente il Sindacato UNSA-SNABCA estende la sua sfera d’ azione ad altre categorie, tra le quali quella dei commessi, coadiutori, assistenti, ecc. Vengono prese valide iniziative di lotta sindacale per l’ evoluzione delle figure professionali allora esistenti, ricorrendo anche ad azioni di sciopero in alcuni siti particolarmente importanti come, ad esempio, gli scavi di Pompei, il Museo Egizio di Torino, il Museo
Archeologico di Napoli.
Di pari passo il Sindacato UNSA-SNABCA ricorre anche nelle sedi giurisdizionali al fine di impugnare legalmente i provvedimenti ministeriali che ledevano gli interessi dei lavoratori rappresentati.
Non di meno il Sindacato faceva ricorso anche a più referenti politici che si dimostravano sensibili alle problematiche del settore, al fine di porre in essere apposite interrogazioni parlamentari e disegni di legge per migliorare l’ aspetto istituzionale e ridare dignità ai lavoratori, anche se su questo aspetto vi erano forti dubbi nel credere possibile un aggiustamento legislativo, se non quello della lotta segnatamente sindacale.
Il Sindacato , nel corso del suo sviluppo, intenderà risolvere parallelamente i gravosi e molteplici problemi che affliggono il Dicastero in maniera burocratica ed autoritaria.
A tale scopo, infatti, si infittisce una nutrita corrispondenza tra il Sindacato e il Ministero e tra il Sindacato e gli Istituti Periferici nonché una capillare diffusione a tutti gli iscritti e tutti gli Istituti del Ministero di appositi notiziari, riviste e comunicati di natura giuridica, politica e sindacale.
Di li a poco si perverrà ad un notevole incremento degli iscritti che poi arriverà a quadruplicarsi negli anni 85-86, con l’avvento di nuovi ingressi e la nomina a Segretario Nazionale del Dirigente Sindacale Giuseppe Urbino.
Il nuovo Segretario Nazionale darà un rinnovato imput anche sotto l’aspetto funzionale e amministrativo nonché più marcatamente politico-sindacale. In questa opera si avvarrà anche di vari collaboratori che a loro volta avevano abbandonato i
sindacati di provenienza per aggregarsi a questa nuova forza sindacale, tra i quali corre l’obbligo di citare l’attuale Vice Segretario Nazionale Stefano Innocentini, nonché i Dirigenti Sindacali Adele Quercia, Guido Lombardo, Salvatore De Cristofaro, a cui poi si unirono tanti altri, e sono molti, che per ragioni di spazio non possiamo certamente nomenclare tutti. Il Sindacato si infoltirà di sempre più iscritti e simpatizzanti ottenendo un consenso sempre più consistente sul piano nazionale e attiverà una moltitudine di quadri che presenzieranno sempre di più la ribalta ministeriale, visto che proprio in quegli anni si arriverà a gestire la contrattualizzazione del pubblico impiego e in particolare modo il Ministero dei Beni Culturali con l’avvento del Ministro Scotti introdurrà la prima Contrattazione decentrata.
Una cosa molto importante è che nel 1989 lo SNABCA presentandosi per il rinnovo del Consiglio Nazionale del Ministero riuscirà a ottenere circa 2800 voti facendo eleggere Giuseppe Urbino e scalzando la UIL che per la prima volta non otteneva il seggio.
Nel 1991 il Segretario Nazionale Giuseppe Urbino con atto del Notaio Alex Gambelare provvederà alla redazione del nuovo atto costitutivo dello SNABCA per rinnovare la struttura sia in campo nazionale che in periferia. Con l’avvento della privatizzazione del pubblico impiego il Sindacato SNABCA ha dovuto rivedere la propria strategia, sia per consolidare quel patrimonio culturale, politico-sindacale che ovviamente salvaguardare l’esperienza accumulata di centinaia di persone che si sono avvicendate nel corso degli anni.
Con il ritmo di crescita sindacale il ruolo dell' UNSA-SNABCA si stava attestando su un livello organizzativo superiore alla UIL che all’epoca rappresentava la terza forza sindacale all’interno del Ministero e quindi si delineavano nuovi scenari che ribaltavano le forze in campo, quasi a determinare il replay per l’imminente rinnovo del Consiglio di Amministrazione, che avrebbe visto l' UNSA-SNABCA sottrarre ancora una volta, il seggio alla UIL.
Purtroppo, a seguito del Decreto Legislativo n. 29/93 venivano abolite le presenze dei rappresentanti sindacali all’interno dei Consigli di Amministrazione, il confronto sul piano della competizione elettorale non è potuto avvenire.
Si avvicina cosi il momento di più stretta attualità, che vede l' UNSA-SNABCA sempre più attento e sensibile alle problematiche dei lavoratori del Ministero dei Beni Culturali, che proprio nell’ultimo quinquennio, per l’effetto del principio dell’alternanza dei poteri politici e partitici, è stato protagonista di numerose riforme (e altre ne arriveranno) che hanno stravolto l’ identità e la configurazione ministeriale, apportando notevoli disagi per i lavoratori e peggiorando di fatto le relazioni sindacali.
Di ultimo, con il 2007 il Sindacato UNSA-SNABCA si è ulteriormente attrezzato per la sfida del futuro sotto il motto “protagonisti per costruire il domani”, riproponendo cosi un moderno sindacato federato alla "Federazione CONF.SAL/UNSA" che nel Comparto Ministeri è il sindacato maggiormente rappresentativo sia per il numero dei lavoratori iscritti, sia per la capillare presenza su tutto il territorio nazionale (attraverso le rispettive Segreterie Regionali e Provinciali, nonché le rappresentanze di sede e/o R.S.U.).
La Federazione CONF.SAL-UNSA aderisce alla CONF.SAL (Confederazione Generale Sindacati Autonomi Lavoratori), che è la maggiore organizzazione sindacale autonoma a livello nazionale. Inoltre, a seguito degli accordi sulla rappresentatività prevista dall' articolo 6 del C.C.N.Q. del 24/09/2007, che ha sostituito l' articolo 19 del precedente C.C.N.Q., del 07/08/1998,
L' unsa-snabca ha assunto la nuova denominazione in Coordinamento Nazionale Beni Culturali e, quindi, divenuto emanazione diretta della Federazione CONF.SAL-UNSA. Pertanto, il Coordinamento Nazionale Beni Culturali, benchè ristrutturatosi nel suo assetto organizzativo e funzionale, ha posto alle suo basi la riaffermazione di quei principi e quei valori intrinseci nella sua iniziale carta costituzionale, quale associazione apolitica composta di donne e uomini che riconoscono nel lavoro e nella
famiglia i valori fondamentali "della convivenza civile nella solidarietà" un momento d’impulso delle qualità individuali.
Il sindacato S.N.A.B.C.A. si propone si dall’ inizio di aderire all’ U.N.S.A. ( Unione Nazionale Sindacati Autonomi) e la rappresentanza viene provvisoriamente affidata agli otto promotori dell’ iniziativa. Il Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, con circolare n. 22/79 del 23 febbraio 1979, a firma del Sottosegretario di Stato, prende atto della costituzione del Sindacato Autonomo SNABCA e informa i Direttori Generali degli Uffici Centrali e Periferici del Ministero.
Tale iniziativa provoca accese contestazioni da parte dei già costituiti e ben consolidati Sindacati Confederali CGIL, CISL e UIL i quali, di fronte a questa insolita prassi, contestarono la diffusione da parte del Ministero della circolare in discorso.
Giova contestualizzare il tutto nel periodo storico particolarmente delicato poiché stiamo parlando della seconda metà degli ani ’70, ovvero dei cosiddetti “anni di piombo”, durante i quali il dibattito politico-sindacale era particolarmente aspro e spesso anche violento.
La nascita di un sindacato di categoria, che si riprometteva di essere una forza nuova e dirompente, non era quindi ben vista ben vista dal potere politico-sindacale e burocratico-amministrativo.
Nonostante tutto, la nascita del Sindacato UNSA-SNABCA viene ben accolta da molti dipendenti del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali e, in tempi alquanto brevi, inizia a crescere nel numero di adesioni, la maggior parte delle quali provengono proprio da dipendenti del Ministero precedentemente iscritti ai sindacati confederali e scontenti dell’ operato di queste Organizzazioni Sindacali.
Inizialmente il nucleo di aggregazione al sindacato era formato in prevalenza da appartenenti al ruolo dei Custodi e Guardie Notturne che provenivano a loro volta dalla Direzione Generale Antichità e Belle Arti del Ministero della Pubblica Istruzione. Questi colleghi, portandosi dietro i loro vecchi mansionari, si trovarono inizialmente ad operare in ruoli di specificità diverse da quelle di loro provenienza.
A seguito di ciò, iniziarono alcune lotte sindacali per superare proprio l’ accesso ai nuovi mansionari del neo costituito Ministero per i Beni Culturali e Ambientali che, come sappiamo, nasce nel 1975 su iniziativa del Senatore Giovanni Spadolini. Infatti, si cercò di risolvere l’ annoso problema dei custodi portieri ( poco tutelati e mal retribuiti) ed elevare il titolo di studio per l’ ammissione al concorso per Custode e guardia notturna, rivendendone ovviamente l’ aspetto salariale, differenziato per i servizi espletati.
Non pochi erano infatti i problemi da risolvere e non solo per i Custodi poiché il Ministero era sorto sulla provenienza di varie figure professionali di altre amministrazioni dello Stato quali, per il settore Archivi, il Ministero degli Interni, per il settore bibliografico, l’ Ente Nazionale Biblioteche Popolari e Ministero della Pubblica Istruzione nonché , per quanto riguarda i musei e aree archeologiche, sempre dalla Pubblica Istruzione, per la precisione dalla summenzionata Direzione Generale Antichità e Belle Arti.
Successivamente il Sindacato UNSA-SNABCA estende la sua sfera d’ azione ad altre categorie, tra le quali quella dei commessi, coadiutori, assistenti, ecc. Vengono prese valide iniziative di lotta sindacale per l’ evoluzione delle figure professionali allora esistenti, ricorrendo anche ad azioni di sciopero in alcuni siti particolarmente importanti come, ad esempio, gli scavi di Pompei, il Museo Egizio di Torino, il Museo
Archeologico di Napoli.
Di pari passo il Sindacato UNSA-SNABCA ricorre anche nelle sedi giurisdizionali al fine di impugnare legalmente i provvedimenti ministeriali che ledevano gli interessi dei lavoratori rappresentati.
Non di meno il Sindacato faceva ricorso anche a più referenti politici che si dimostravano sensibili alle problematiche del settore, al fine di porre in essere apposite interrogazioni parlamentari e disegni di legge per migliorare l’ aspetto istituzionale e ridare dignità ai lavoratori, anche se su questo aspetto vi erano forti dubbi nel credere possibile un aggiustamento legislativo, se non quello della lotta segnatamente sindacale.
Il Sindacato , nel corso del suo sviluppo, intenderà risolvere parallelamente i gravosi e molteplici problemi che affliggono il Dicastero in maniera burocratica ed autoritaria.
A tale scopo, infatti, si infittisce una nutrita corrispondenza tra il Sindacato e il Ministero e tra il Sindacato e gli Istituti Periferici nonché una capillare diffusione a tutti gli iscritti e tutti gli Istituti del Ministero di appositi notiziari, riviste e comunicati di natura giuridica, politica e sindacale.
Di li a poco si perverrà ad un notevole incremento degli iscritti che poi arriverà a quadruplicarsi negli anni 85-86, con l’avvento di nuovi ingressi e la nomina a Segretario Nazionale del Dirigente Sindacale Giuseppe Urbino.
Il nuovo Segretario Nazionale darà un rinnovato imput anche sotto l’aspetto funzionale e amministrativo nonché più marcatamente politico-sindacale. In questa opera si avvarrà anche di vari collaboratori che a loro volta avevano abbandonato i
sindacati di provenienza per aggregarsi a questa nuova forza sindacale, tra i quali corre l’obbligo di citare l’attuale Vice Segretario Nazionale Stefano Innocentini, nonché i Dirigenti Sindacali Adele Quercia, Guido Lombardo, Salvatore De Cristofaro, a cui poi si unirono tanti altri, e sono molti, che per ragioni di spazio non possiamo certamente nomenclare tutti. Il Sindacato si infoltirà di sempre più iscritti e simpatizzanti ottenendo un consenso sempre più consistente sul piano nazionale e attiverà una moltitudine di quadri che presenzieranno sempre di più la ribalta ministeriale, visto che proprio in quegli anni si arriverà a gestire la contrattualizzazione del pubblico impiego e in particolare modo il Ministero dei Beni Culturali con l’avvento del Ministro Scotti introdurrà la prima Contrattazione decentrata.
Una cosa molto importante è che nel 1989 lo SNABCA presentandosi per il rinnovo del Consiglio Nazionale del Ministero riuscirà a ottenere circa 2800 voti facendo eleggere Giuseppe Urbino e scalzando la UIL che per la prima volta non otteneva il seggio.
Nel 1991 il Segretario Nazionale Giuseppe Urbino con atto del Notaio Alex Gambelare provvederà alla redazione del nuovo atto costitutivo dello SNABCA per rinnovare la struttura sia in campo nazionale che in periferia. Con l’avvento della privatizzazione del pubblico impiego il Sindacato SNABCA ha dovuto rivedere la propria strategia, sia per consolidare quel patrimonio culturale, politico-sindacale che ovviamente salvaguardare l’esperienza accumulata di centinaia di persone che si sono avvicendate nel corso degli anni.
Con il ritmo di crescita sindacale il ruolo dell' UNSA-SNABCA si stava attestando su un livello organizzativo superiore alla UIL che all’epoca rappresentava la terza forza sindacale all’interno del Ministero e quindi si delineavano nuovi scenari che ribaltavano le forze in campo, quasi a determinare il replay per l’imminente rinnovo del Consiglio di Amministrazione, che avrebbe visto l' UNSA-SNABCA sottrarre ancora una volta, il seggio alla UIL.
Purtroppo, a seguito del Decreto Legislativo n. 29/93 venivano abolite le presenze dei rappresentanti sindacali all’interno dei Consigli di Amministrazione, il confronto sul piano della competizione elettorale non è potuto avvenire.
Si avvicina cosi il momento di più stretta attualità, che vede l' UNSA-SNABCA sempre più attento e sensibile alle problematiche dei lavoratori del Ministero dei Beni Culturali, che proprio nell’ultimo quinquennio, per l’effetto del principio dell’alternanza dei poteri politici e partitici, è stato protagonista di numerose riforme (e altre ne arriveranno) che hanno stravolto l’ identità e la configurazione ministeriale, apportando notevoli disagi per i lavoratori e peggiorando di fatto le relazioni sindacali.
Di ultimo, con il 2007 il Sindacato UNSA-SNABCA si è ulteriormente attrezzato per la sfida del futuro sotto il motto “protagonisti per costruire il domani”, riproponendo cosi un moderno sindacato federato alla "Federazione CONF.SAL/UNSA" che nel Comparto Ministeri è il sindacato maggiormente rappresentativo sia per il numero dei lavoratori iscritti, sia per la capillare presenza su tutto il territorio nazionale (attraverso le rispettive Segreterie Regionali e Provinciali, nonché le rappresentanze di sede e/o R.S.U.).
La Federazione CONF.SAL-UNSA aderisce alla CONF.SAL (Confederazione Generale Sindacati Autonomi Lavoratori), che è la maggiore organizzazione sindacale autonoma a livello nazionale. Inoltre, a seguito degli accordi sulla rappresentatività prevista dall' articolo 6 del C.C.N.Q. del 24/09/2007, che ha sostituito l' articolo 19 del precedente C.C.N.Q., del 07/08/1998,
L' unsa-snabca ha assunto la nuova denominazione in Coordinamento Nazionale Beni Culturali e, quindi, divenuto emanazione diretta della Federazione CONF.SAL-UNSA. Pertanto, il Coordinamento Nazionale Beni Culturali, benchè ristrutturatosi nel suo assetto organizzativo e funzionale, ha posto alle suo basi la riaffermazione di quei principi e quei valori intrinseci nella sua iniziale carta costituzionale, quale associazione apolitica composta di donne e uomini che riconoscono nel lavoro e nella
famiglia i valori fondamentali "della convivenza civile nella solidarietà" un momento d’impulso delle qualità individuali.